Dedicato a Polina. |
Il chitarrista rientra con il testo e continuo: “Con la
canzone inizierà il balletto. I ballerini si disporranno in due cerchi, i
maschi dietro e le femmine davanti, girerete lentamente gli uni al contrario
degli altri al passo ondulante della tarantella ed i maschi alzeranno le
femmine anticipandone il passo al ritmo, come avete fatto ieri. Le ballerine
agiteranno i sonagli e continueranno a strillare come…”
Una grida: “Perché non ce la lecchi veramente, lo faremmo
meglio!”
Tutte strillano eccitate ed al chetare dell’ovazione vado
avanti: “Dovete essere tutti étoile, fluidi, naturali, non come in quei balletti di ricchioni alla
tv dove si vedono Bolle e la Semionova che palleggiano un pallone invisibile e
gli altri che corrono su e giù chiamando palla, sarete ninfe e fauni che si
divertono, dev’essere un gioco ma anche questo va visto su un ottava superiore,
il gesto, l’arte, la poesia del corpo. Nel mezzo Guappo e Bastarda disegneranno
le figure di una bella scopata.”
I due si fanno avanti e la Bastarda chiede: “Cosa dobbiamo
fare?”
“Un’improvvisazione, dev’essere eccitante, molto aggraziata
e nello stesso tempo selvaggia,
inseguimenti, poi prese, vi avvinghiate piroettando in tondo, poi per
aria, gli stringi le gambe intorno al culo e mentre lui ti fotte tu ti lasci
andare eseguendo ondulazioni col corpo e con le braccia, le posizioni variano
ogni volta, fate anche un sessantanove se vi viene, tu con le gambe per aria
che sgambettano mentre lui…lo sapete com’è, metteteci del vostro, comunque alla
fine della canzone si deve capire che è avvenuta la sborrata.”
La Bastarda arrossisce e sbuffa: “Per essere il primo
balletto che faccio mi sembra…”
Non trova la parola e Guappo dice: “Dai, vedrai che ci viene
bene.”