domenica 16 ottobre 2016

La bocca della verità. Vetrina.

Dedicato a Polina.
 

Il chitarrista rientra con il testo e continuo: “Con la canzone inizierà il balletto. I ballerini si disporranno in due cerchi, i maschi dietro e le femmine davanti, girerete lentamente gli uni al contrario degli altri al passo ondulante della tarantella ed i maschi alzeranno le femmine anticipandone il passo al ritmo, come avete fatto ieri. Le ballerine agiteranno i sonagli e continueranno a strillare come…”

Una grida: “Perché non ce la lecchi veramente, lo faremmo meglio!”

Tutte strillano eccitate ed al chetare dell’ovazione vado avanti: “Dovete essere tutti étoile, fluidi, naturali,  non come in quei balletti di ricchioni alla tv dove si vedono Bolle e la Semionova che palleggiano un pallone invisibile e gli altri che corrono su e giù chiamando palla, sarete ninfe e fauni che si divertono, dev’essere un gioco ma anche questo va visto su un ottava superiore, il gesto, l’arte, la poesia del corpo. Nel mezzo Guappo e Bastarda disegneranno le figure di una bella scopata.”

I due si fanno avanti e la Bastarda chiede: “Cosa dobbiamo fare?”

“Un’improvvisazione, dev’essere eccitante, molto aggraziata e nello stesso tempo selvaggia,  inseguimenti, poi prese, vi avvinghiate piroettando in tondo, poi per aria, gli stringi le gambe intorno al culo e mentre lui ti fotte tu ti lasci andare eseguendo ondulazioni col corpo e con le braccia, le posizioni variano ogni volta, fate anche un sessantanove se vi viene, tu con le gambe per aria che sgambettano mentre lui…lo sapete com’è, metteteci del vostro, comunque alla fine della canzone si deve capire che è avvenuta la sborrata.”

La Bastarda arrossisce e sbuffa: “Per essere il primo balletto che faccio mi sembra…”

Non trova la parola e Guappo dice: “Dai, vedrai che ci viene bene.”